La gastrite e Lansoprazolo

 

lansoprazolo-gastrite

La gastrite è un'infiammazione della parete dello stomaco e puo' essere acuta o cronica. In base al motivo scatenante, allo stato salutare del paziente e alla tempestività con cui si agisce nel cercare le cure, la gastrite puo' essere risolta brevemente o meno. Le forme più acute possono provocare dolore, nausea, vomito, febbre, emorragia o anoressia: sono tutti sintomi che comunque, una volta estinta la causa, scompaiono di lì a poco tempo. Vengono somministrati degli inibitori della pompa protonica, degli antiacidi o anche dei protettori della mucosa gastrica.

 

 

Il lansoprazolo

Il lansoprazolo è un farmaco appartenente al gruppo terapeutico degli inibitori della pompa protonica. Il medicinale è indicato principalmente nel trattamento che va a contrastare  l'aumentata acidità gastrica, come ulcera duodenale o gastrica, esofagite da reflusso, sindrome di Zolligen-Ellison, malattia sintomatica da reflusso gastroesofageo e ulcere collegate ad una protratta terapia con antinfiammatori non steroidei. In associazione con altri antibiotici risulta utile per eliminare l'Helycobacter pylori, la causa principale della gastrite.
Il medicinale raggiunge l'efficacia maggiore dopo 7 giorni, quando la sua capacità di inibire raggiunge valori maggiori del 80%.
Il principio attivo del lansoprazolo si trova più normalmente con il nome di Lansoprazolo EG, ovvero capsule rigide resistenti allo stomaco da 15-30 mg e il dosagio utilizzato più comunemente dai medici è di 30 mg giornalieri, da assumere preferibilmente al mattino con un bicchier d'acqua. Qualunque adattamento di tale dosaggio deve essere fatto solo ed esclusivamente dal medico di riferimento: non deve assolutamente avvenire per spontanea volontà del soggetto cui il trattamento medico è rivolto.

 

 

Effetti collaterali

La terapia con Lansoprazolo si dimostra abbastanza sicura e tollerata dai soggetti, con effetti collaterali comuni quali nausea, diarrea, mal di stomaco, dispepsia e flautolenza, orticaria, eczema, sonnolenza, vertigini, astenia e cefalea.
Vi possono anche essere delle reazioni collaterali importanti dal punto di vista medico, con alterazioni del funzionamento epatico,  neurologico ed endocrino: si sono verificate di rado e soprattutto in specifiche categorie di pazienti a rischio. In ogni caso i sintomi tendono a scomparire spontaneamente, una volta che la terapia è stata terminata.