Gastrite, problemi gastrointestinali e Covid-19

 

Il Covid-19, conosciuta anche come malattia respiratoria acuta da SARS-CoV-2 o malattia da coronavirus 2019 provoca disturbi gastrointestinali come gastrite, nausea, vomito? In questo articolo guida cercheremo di rispondere a questa domanda.

 

 

L’argomento medico/sanitario clou degli ultimi periodi è stato ovviamente il Covid-19 che ci ha costretto a periodi di ferree chiusure e a limitazioni della libertà personale.

Molteplici sono i sintomi che questo virus ha "portato" con sé nei pazienti, e non da meno a quelli respiratori, sono stati anche quelli intestinali: inappetenza, nausea, vomito, alterazione della flora batterica (con conseguente diarrea o stitichezza), gastrite e svariati problemi gastrointestinali sono solo alcuni dei disturbi che tuttora si manifestano in chi è affetto da coronavirus.

Vediamo qualcosa in più a riguardo e sulla relazione esistente tra Covid-19, coronavirus e disturbi gastrointestinali.

 

Nausea e diarrea da Covid-19

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Tra i disturbi gastrointestinali da Covid-19 più comuni che i pazienti hanno avvertito troviamo la nausea (spesso seguito da vomito) e la diarrea.

Si tratta di disturbi che a volte si sono manifestati anche prima di quelli respiratori e che soprattutto hanno provocato una degenza del paziente e un prolungamento dei malesseri legati all’intestino.

Il virus si attacca a stomaco e intestino, e ad avere la peggio sono coloro che a monte soffrono da gastrite, reflusso gastroesofageo e da qualunque altro disturbo gastrointestinale.

 

 

Ma qual è il legame tra il Covid19 e l’apparato gastroenterologico?

Alcuni medici e ricercatori hanno messo a punto studi e teorie a riguardo analizzando i casi di pazienti affetti da coronavirus.

Da questa analisi è emerso che sebbene i sintomi più gravi interessino l’apparato respiratorio, anche l’apparato gastrointestinale è messo "sotto attacco" a causa del coronavirus.

Questo si verifica in quanto il virus SARS-CoV-2 per persistere e proliferare nel nostro organismo è costretto a legarsi ad un recettore. Può quindi capitare (non avviene infatti in tutti i pazienti) che si leghi alla la proteina ACE2, che si trova sia nella mucosa gastroenterica sia nel tessuto di rivestimento delle vie respiratorie e in particolare nelle cellule polmonari.

Ecco spiegato perché, sinteticamente, chi soffre di gastrite vede in caso di Covid-19 intensificare i disturbi e chi invece era precedentemente un soggetto sano ne risente a livello di stomaco, intestino e fegato.

 

Quali sono i sintomi intestinali del Covid 19

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I sintomi gastrointestinali che si avvertono in caso di coronavirus sono i classici che si manifestano in chi soffre di gastrite.

Stante ad uno studio condotto qualche mese fa su 25 mila pazienti positivo, nel 18% dei casi è possibile che si sviluppino disturbi all’apparato digerente e non solo. Più precisamente, molti dei pazienti osservati manifestavano diarrea, nausea e vomito, più raramente anche dolori addominali.

Secondo i ricercatori che hanno portato avanti lo studio, è possibile che il coronavirus provochi dolore addominale e disturbi gastrointestinali perché attecchisce sulle terminazioni nervose intestinali.

Più il Covid-19 persiste nell’organismo dei pazienti e maggiore sarà la possibilità che la mucosa gastroenterica si infiammi.

I sintomi legati alla gastrite e ai disturbi gastrointestinali generali possono manifestarsi sia all’inizio della malattia, anche prima di quelli respiratori, sia permanere anche dopo la guarigione della malattia polmonare.

Numerose ricerche hanno messo in evidenza come nelle feci delle persone che hanno avuto o hanno il coronavirus sia presente RNA del virus. Da ciò si può dedurre che la trasmissione del virus può verificarsi anche per via oro-fecale, secondo i ricercatori.

 

 

Importante assumere provvedimenti

Innanzitutto ricordiamo che per prevenire l'infezione è necessario, anzi obbligatorio l'utilizzo di mascherine chirurgiche certificate.

Qualora un paziente affetto da coronavirus presenti sintomi gastrointestinali, è importante rivolgersi al proprio medico. In questo modo è più facile curare e velocizzare i tempi di guarigione, magari evitando al contempo il propagarsi del virus nell’organismo.

Per guarire più velocemente dai problemi gastrointestinali e favorire l'eliminazione dei disturbi, è di fondamentale importanza dare il giusto peso anche al microbiota intestinale. Devi considerare infatti che come tanti altri virus, anche il SARS-CoV-2 può arrecare danni al microbiota (cioè il mix di tutti i microrganismi che si trovano dentro l’intestino e sulla sua superficie).

L’equilibrio dei microbioti garantisce infatti il corretto funzionamento dell’apparato gastrointestinale, la protezione dall’attacco degli agenti patogeni (virus, batteri, funghi) e il rafforzamento del sistema immunitario.

Sempre secondo alcuni studi, è stato dimostrato che la presenza di SARS-CoV-2 provoca alterazioni del microbiota intestinale con una diminuzione dei lactobacilli e deibifidobatteri.

Per ripristinare la flora batterica e il microbiota è importante come prima cosa chiedere al medico se sia il caso di assumere probiotici, anche solo come terapia coadiuvante.

I probiotici sono microrganismi attivi (e viventi) che si trovano in alcuni cibi e che hanno lo scopo di esercitare un effetto positivo sulla salute dell’organismo, rendendo molto più resistente e vigoroso l'ecosistema intestinale.

I probiotici maggiormente efficaci per questo scopo sono quelli appartenenti alle famiglie dei Lactobacilli e dei Bifidobatteri (li trovi in molti cibi come lo yogurt, o in alternativa puoi assumerli sotto forma di integratori).

I medici consigliano di assumere sempre prima di mangiare e per almeno quattro settimane.

 

 

Alimentazione e covid, cosa mangiare?

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Onde evitare che il coronavirus si aggrappi all’apparato gastrointestinale amplificando i disturbi e provocando gastrite, sarebbe opportuno stare attenti anche al tipo di alimentazione.

Si consiglia una dieta leggera, libera di grassi ed alcolici, ricca di frutta, di fibre, di verdura e di cereali integrali. In questo modo terrai a bada anche il rischio di diarrea, molto diffuso nei pazienti affetti da coronavirus.

Sforzati di mangiare anche in caso tu non abbia appetito, in quanto capita che il coronavirus provochi anche inappetenza.

 

Disturbi post covid all’apparato gastrointestinale

Dopo aver superato l’infezione acuta da covid, cosa succede al nostro organismo?

In alcuni casi può capitare che persistano postumi anche sull'apparato digerente. Secondo alcuni sondaggi svolti a fini scientifici, coloro che hanno contratto il coronavirus e ne sono guariti presentano spesso una persistenza di alcuni disturbi.

Sebbene i medici escludano che il Sars-CoV-2 sia un virus in grado di provocare un’infezione cronica, sono molti i pazienti che affermano di soffrire di malanni che ante Covid-19 non avevano, pur essendo passati mesi dalla guarigione.

Anche e soprattutto i disturbi a carico dell’apparato digerente, sono quelli che maggiormente sopravvivono nell’organismo degli ex positivi.

 

 

A documentare questa teoria è stato uno studio (di cui hanno parlato anche sulla rivista Neurogastroenterology and Motility), per il quale, dopo la guarigione molti pazienti soffrono di disturbi gastroenterologici.

Lo studio è stato condotto analizzando 164 pazienti in un lasso di tempo di 5 mesi dall’infezione da coronavirus (hanno partecipato allo studio anche alcuni luminari italiani come il prof. Maurizio Vecchi e il dott. Guido Basilico).

Pazienti un tempo affetti da coronavirus sono stati ricoverati per capire che tipo di disturbi gastrici manifestavano a distanza di cinque mesi dalla positività. È emerso che la maggior parte di essi avesse la sindrome da colon irritabile, la gastrite, e l’astenia.

Prima di giungere alla conclusione dello studio, i ricercatori hanno confrontato i dati raccolti con quelli appartenenti a soggetti sani della stessa citta: ebbene è emerso che a distanza di tempo dall’infezione gli ex positivi da coronavirus hanno mostrato disturbi come diarrea, infiammazioni delle mucose e astenia. Da questo studio emerge quindi che il coronavirus sia portatore di una complessa sintomatologia, destinata spesso ad accompagnare i pazienti anche a lungo termine.