Gastrite: gli esami da fare



Fastidiosa infiammazione delle mucose dello stomaco legata principalmente a cause psicosomatiche, la gastrite è determinata da un’iperproduzione di succhi digestivi e può avere anche cause fisiche. A scatenare questa dolorosa infezione potrebbe essere un batterio chiamato Helicobacter Pylori, che in genere rimane dormiente nell’organismo senza dare alcun disturbo, ma che in determinate condizioni può attivarsi ed infiammare le pareti interne dello stomaco.

 

A seconda che si manifesti improvvisamente con sintomi intensi o ripetutamente con disturbi più attenuati, la gastrite può essere acuta o cronica. Quando l’origine della gastrite non è riconducibile a cause esterna o organiche, viene definita nervosa.

 

 

L’esame obiettivo e l'anamnesi

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Prima di sottoporsi a degli esami veri e propri, lo specialista cui ci rivolgiamo, ovvero il gastroenterologo, proverà a ricostruire un primo esame obiettivo, per fare una panoramica su quelli che sono i disturbi del paziente e sulla sua condizione anomala.

Tale processo, detto anamnesi, rappresenta dunque lo studio critico e obiettivo dei sintomi e dei pregressi del paziente, tenendo conto anche degli eventuali fattori familiari. Questo rappresenta il primo grande passo per ottenere una diagnosi corretta di gastrite cronica. I risultati di tutti gli esami andrebbero poi archiviati ed inseriti in un database in modo da avere tutto sotto controllo.

Pertanto sarebbe buona norma passare i documenti dei vari test al proprio medico di fiducia che ha il compito di archiviarli. Potrebbe essere buona idea anche gestire online gli esami ematochimici di laboratorio utilizzando ad esempio tool come vademecumanalisi.it che permettono la stampa di vademecum.

 

Endoscopia digestiva

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Si parla di endoscopia digestiva quando lo specialista prescrive al suo paziente tutti gli esami endoscopici da effettuare alle vie digestive (non solo dunque la gastroscopia, ma anche rettoscopia, sigmoidoscopia e pancolonscopia).

In questo modo attraverso uno strumento di forma tubolare, sondino con telecamera, il medico esplora tutti i condotti interessati dal disturbo. Grazie a questo insieme di esami, è possibile sia rilevare possibili segni d'infiammazione, sia raccogliere dei pezzi di tessuto, soprattutto in prossimità della parte interna dello stomaco.

In questo modo è possibile effettuare una biopsia sul tessuto rilevato, per escludere che i sintomi avvertiti dal paziente siano invece precursori di patologie molto più gravi.

 

 

Gastroscopia

gastroscopiaIl primo esame diagnostico che il gastroenterologo vi prescriverà in caso di sospetta gastrite sarà la gastroscopia, considerata come una particolare tipologia di endoscopia mirata utile per sondare direttamente il tubo digerente. Si tratta di un’indagine delle condizioni dello stomaco dall’interno, che avviene con l’inserimento nel cavo orale di un tubo flessibile, chiamato appunto endoscopio, attraverso l’esofago, lo stomaco e la prima parte dell’intestino tenue. L’endoscopio viene introdotto nelle vie digestive e non interferisce in alcun modo con la respirazione. L’endoscopio è dotato di una piccola luce ed una sorta di videocamera all’estremità per individuare l’infiammazione e verificare se ci sono anomalie nel tratto gastrointestinale.

Per la gastroscopia occorre avere lo stomaco vuoto, pertanto è necessario evitare di assumere bevande, acqua e cibo nelle otto ore precedenti l’esame. Non si tratta di un esame che richiede anestesia, ma generalmente si preferisce effettuarlo in regime di lieve sedazione. Qualora il medico individuasse qualcosa di anomalo durante l’indagine, andrà a rimuovere un piccolo frammento di tessuto gastrico da far analizzare in laboratorio da un patologo. La gastroscopia ha una durata di circa mezz'ora.

 

 

 

Radiografia

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In alternativa alla gastroscopia c’è la possibilità di sottoporsi ad una radiografia del quadrante addominale superiore. Il paziente dovrà ingerire un liquido chiamato bario prima di sottoporsi alla radiografia, il che servirà da contrasto.

Di solito per effettuare una radiografia in prossimità del tubo digerente sarebbe meglio non versare in nessuna delle seguenti condizioni. In primis non bisogna essere in dolce attesa, soprattutto nei primi mesi di gravidanza: questo in quanto si tratta di un esame invasivo che utilizza i raggi X per il suo funzionamento (che sono dannosi sul feto).

Inoltre non bisogna soffrire di occlusione o perforazione dello stomaco. Questo in quanto come detto la radiografia va fatta con contrasto e si deve ingerire una soluzione di solfato di bario. Dinanzi al mancato assorbimento da parte dell’organismo, il liquido andrà poi rimosso dal nostro corpo con una operazione perché si va a stagnare.

Infine andrebbe evitato in pazienti che faticano a stare in piedi o che non riescono ad assumere la classica posizione sdraiata, in quanto per la radiografia ci vuole autonomia nei movimenti.

 

Analisi del sangue e test del respiro

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Per ottenere una diagnosi certa di gastrite e scoprirne l’origine è anche raccomandabile sottoporsi a delle analisi del sangue ed un test del respiro, per individuare un’eventuale infezione da Helicobacter Pylori. Può essere necessario effettuare anche un esame delle feci. Il medico può controllare se è presente del sangue nelle feci, riconducibile al sanguinamento gastrico che può essere determinato dalla gastrite.

Per quel che concerne il Breath Test, rappresenta l’esame meno invasivo che il medico possa chiedere per valutare l’eventuale gastrite di cui si soffre. Al contempo esso viene prescritto per stabilire la presenza dell’urlo con achee Pylori, e per capire se la cura farmacologia prescritta abbia avuto il risultato sperato.

Il paziente deve osservare un digiuno di sei ore e va a testare se il batterip abbia trasformato l’urea (CH4N2O) producendo ammoniaca (NH3) e anidride carbonica (CO2). In patoca il soggetto interessato soffia nell’apparecchio una prima volta, per controllare la composizione basale prima del respiro. Quindi gli viene somministrata dell’urea marcata con un isotopo di carbonio (colitamente si usa il C13) e si dà modo eventualmente al batterio di agire modificandone la composizione. A distanza di trenta minuti si ripete il breathe test e si controlla se nell’aria espirata è presente l’anidride carbonica con il carbonio marcato, cioè C13O2. Se così di essere essere allora vuol dire che nel condotto gastrico è presente il batterio.

Per quanto riguarda invece il test sierologico, si esegue un normale prelievo di sangue. In laboratorio dunque si effettua una ricerca degli anticorpi per l’Helicobacter Pylori. È un test molto affidabile, secondo la scienza, è dotato di una sensibilità dell’80-95%. Il vantaggio di questo test è che viene effettuato senza strumenti particolari e senza particolari condizioni.

 

 

Il Gastropanel

Il “Gastropanel” viene annoverato negli elenchi degli esami mininvasivi. Pur non essendo di recente invenzione o introduzione, non è molto gettonato.

Stiamo parlando comunque di un esame da laboratorio veloce e indolore, da effettuare sempre con un prelievo di sangue, che però inquadra in linea generale tutta la salute dello stomaco. Riesce dunque a rilevarele possibili anomalie o processi infiammatori in corso.

Il Gastropanel non solo quindi può stabilire se ci troviamo o meno dinanzi ad una gastrite, ma permette anche di stabilire se lo stadio della malattia si trova in una condizione talmente grave da potersi tramutare in patologie come l’ulcera o il tumore gastrico.