Gastrite e Carne

 

Mangiare è uno dei pochi piaceri della vita. Purtroppo quando si soffre di problemi all’apparato digerente, come la gastrite, si fa fatica ad assumere tutti gli alimenti e le pietanze che possono piacere. Tra i vari cibi di cui chi soffre di disturbi gastrici deve riflettere prima di assumere, c’è la carne.

 

Rossa o bianca che sia, non sempre può essere consumata in caso di gastrite. Sebbene infatti (in particolare quella rossa) abbia molte sostanze nutritive, al suo interno vi sono anche delle tossine chimiche naturali, grassi saturi ed elementi che rendono difficile la digestione.

 

 

Gastrite e carne rossa (vitello, manzo, bovino adulto, cavallo, maiale, agnello)

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La carne di manzo, peccato di gola per gli amanti di grigliate e barbecue, rappresenta forse il peggior alimento per coloro che soffrono da gastrite (in realtà secondo alcuni studi mangiare troppa carne, oltre a fare male allo stomaco, può portare a gravi conseguenze: dall’aumento del rischio di sviluppare il diabete alle malattie cardiache e persino al cancro).

Questo perché si tratta di un alimento che per la sua composizione impegna di più lo stomaco durante la fase della digestione rispetto ad altri alimenti.

Questo processo comporta una produzione eccessiva di quantità di acido cloridrico (HCL). Dal momento che per effettuare la corretta denaturazione proteica e per la conseguente attivazione del pepsinogeno in pepsina, ci vuole un abbassamento del pH, la carne rossa impedisce tutto ciò, per il suo alto contenuto proteico.

Le troppe proteine infatti provocano un rallentamento dei tempi di percorrenza del chimo, in quanto persiste nel tratto gastrico. Nei soggetti che abusano di carne rossa, in particolare se cotta in maniera prolungata e consumata in orari serali, l'acidosi gastrica e duodenale incrementa il rischio di incidenza di gastriti, ulcere e cancro dello stomaco.

In realtà per lo stesso motivo, oltre alla gastrite, mangiare troppa carne rossa provoca anche incontinenza dello sfintere gastro-esofageo inferiore, a causa del quale si verifica un aumento dell'incidenza di reflusso gastrico che, nel lungo termine, determina esofagite, esofago di Barrett e verosimilmente cancro esofageo.

 

 

A peggiorare ulteriormente la situazione è anche la modalità di cottura. Se in presenza di leggera gastrite, il medico consente sporadicamente il consumo di carne rossa al forno, al vapore, o lessa, in caso di gastrite acuta o gastrite cronica la carne rossa viene quasi eliminata dalla dieta, soprattutto se cucinata alla griglia.

Questo dimostra che in base a come si cucina, la carne diventa più o meno tollerante per il proprio stomaco. In condizioni di gastrite cronica infatti, la carne potrebbe essere consumata da 2 a 3 volte al mese e solo se cotta in una padella in ghisa, per evitare che quella crosticina nera tipica del barbecue renda ancora più pesante l’alimento.

Facendo un check tra le carni rosse più idonee da inserire nella dieta di un soggetto affetto da gastrite, la carne di vitello è quella più digeribile, seguono poi i tagli magri di carne di bovino come la fesa, il girello, la noce e la sottofesa. Anche i pezzi magri di carne equina, la carne di cavallo è idonea ad essere consumata da chi soffre di gastrite. La carne di maiale e di agnello essendo più grasse potrebbero dare più problemi a chi soffre di gastrite.

 

 

Gastrite e carne bianca (pollo, coniglio, tacchino)

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L’alternativa alla carne rossa è ovviamente la carne bianca. Rispetto a quella di manzo, la carne di pollo, la carne di tacchino, la carne di coniglio e di lepre risultano essere molto più magre e più digeribili. E dunque appare (oltre ad essere un’ottima alternativa per mangiare sano e alleggerire la digestione) l’alimento perfetto anche in caso di di gastrite o reflusso gastrico.

Le abitudini alimentari di chi soffre di questi due disturbi devono cambiare in maniera drastica, bisogna imparare a rinunciare a cibi che piacciono, perché non tollerati più dal proprio stomaco.

Nel caso del consumo di carne, chi soffre di gastrite e disturbi gastrici deve imparare ad assumere meno carne rossa, sostituendola con pollo (e anche tacchino, sebbene sia di colore rosso spesso è associata alla categoria delle carni bianche per le sue proprietà), per una dieta più equilibrata e sana, e soprattutto per facilitare la digestione.

Le carni bianche sono più leggere, magre e quindi digeribili; comprando in una macelleria di fiducia e scegliendo prodotti di qualità e di provenienza certificata, mangiare carne di pollo può essere un vantaggio per il proprio stomaco.

Le carni bianche sono ricche di proteine nobili e di aminoacidi ramificati, e poverissime di grassi. Ma non solo: ciò che le rende speciali è che sono tenere, facilmente masticabili e super digeribili, a patto che vengano cucinate su piastra di ghisa, ai ferri, al vapore o in brodo.

La tenerezza dipende dal fatto che rispetto alla carne rossa, quella bianca ha una struttura di fibre muscolari più "tenera". Invece la masticabilità dipende dal fatto che è presente meno tessuto connettivo. La consistenza e la facilità di sintesi di quanto ingerito permettono allo stomaco di tollerare meglio il tutto, incidendo quanto meno possibile sul fastidio che la gastrite provoca alle pareti dello stomaco.

Queste sono le ragioni che rendono tendenzialmente adatta la carne bianca ad essere consumata quando si soffre di gastrite.

 

 

Per capire il vantaggio nell’assunzione di carne bianca devi analizzare il funzionamento della nostra digestione, e quindi il motivo per cui le caratteristiche delle carni di pollo e coniglio "fanno la differenza" se si soffre di mal di stomaco.

La gastrite è un problema allo stomaco che si può ridurre assumendo cibi leggeri e ben tollerati. Essendo le carni bianche, cotte in padella su ghisa o a vapore, cibi non elaborati e non pesanti, l’apparato digerente fa meno fatica a smaltirle.

Se dunque una bella bistecca alta due centimetri, cotta ai ferri e ancora al sangue, rappresenta un alimento grasso e pesante da digerire, difficile da masticare, il suo contatto con le pareti e le mucose dello stomaco, irritate, comporta un aumento dell’acidità, rallentando lo svuotamento dello stomaco e riducendo il tono del cardias (valvola tra esofago e stomaco). Sono queste tipologie di cibo “strong” i reali responsabili di notti in bianco, dolori allo stomaco e rigurgiti acidi.

Di contro, secondi piatti a base di pollo e di tacchino, grazie alle loro fantastiche peculiarità, sono due super alimenti che consentono di digerire in maniera corretta ciò che si mangia e restando al contempo in forma. Sono questi i due super alimenti che ci possono aiutare a prenderci cura della nostra salute ogni giorno. Se seguiamo un'alimentazione sana e associamo regole per mangiare correttamente vivremo meglio e più a lungo.

Non per altro la carne di pollo e tacchino è la carne preferita dai body builder, atleti che fanno dell'alimentazione proteica uno stile di vita.

 

 

Carne si o carne no?

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Possiamo concludere dicendo che la carne nel suo insieme viene approvata nella dieta di un paziente con gastrite solo a determinate condizioni.

Se da un lato infatti si sconsigliano carne di maiale e agnello, soprattutto le parti più grasse, carni salate, affumicate o poco cotte, salumi e insaccati, animelle, cervella, trippa, anatra, oca e selvaggina, dall’altro si consente di consumare le carni bianche purché preparate in modo leggero, senza troppi condimenti e limitandone l’assunzione ad una volta la settimana.

Via libera con moderazione alle carni rosse magre di vitellino e manzo, ma attenzione alla cottura, evitate grigliate e fritture e prediligete cottura al vapore, su padella in ghisa, in brodo.