Gastrite, quanto dura?
La gastrite non è una malattia a termine, perché non esiste una precisa scadenza in cui il disturbo al fegato sia destinato certamente a scomparire soprattutto quando si parla di gastrite cronica e quindi più difficile da combattere.
I periodi della gastrite
Una distinzione temporale corretta può essere fatta tra gastrite cronica e gastrite acuta. Nel primo caso il disturbo può durare anche diversi anni ed è praticamente impossibile ipotizzare con esattezza quando scomparirà. Nel secondo invece è paradossalmente una sofferenza più subdola perché si tratta di un disturbo che compare e scompare senza una regola precisa se non quella del buon senso di chi ne soffre e sa quindi come combattere il disturbo. Ecco perché ancora una volta a fare la differenza è il comportamento dei singoli: se si osserva correttamente la terapia prescritta dal medico e se si limitano i fattori di rischio, allora è possibile soprattutto nel caso di gastrite acuta che nel giro di massimo un mese i disturbi passino per poi eventualmente ricomparire ad esempio se frutto dello stress oltre che di una cattiva alimentazione.
Cosa fare per limitare la durata della gastrite
Oltre ai farmaci che possono essere prescritti dallo specialista, per combattere la gastrite e farla durare il meno possibile andranno eliminate in fretta tutte le cause che la producono. Da una parte quindi quelle legate al comportamento giornaliero, evitando i sintomi nervosi, dall’altra quelle legate alla tavola. Quindi cominciamo ad eliminare dalla dieta i carboidrati che derivano da prodotti finiti, come pane bianco, biscotti, crackers, torte e ciambelle, ridurre al minimo i condimenti cancellando il pepe che aumenta l’acidità di stomaco, il peperoncino, ma anche alcool e caffeina, acqua gassata e bibite zuccherate, cioccolato e formaggi grassi ma anche gli insaccati e tutti i prodotti derivati dal pomodoro.