Fisioterapia per combattere acidità e bruciore di stomaco

 

I problemi di acidità e bruciore di stomaco sono il pane quotidiano, purtroppo per molte persone, che non riescono a risolvere facilmente. Essendo problematiche non di poco conto, cui si ricollegano molti altri sintomi, ci si domanda spesso se esistano o meno metodi non troppo invasivi o che non si fondano sulla cura farmacologica.

 

La risposta appare positiva e si ricollega, per lo stupore di molti alla fisioterapia. I professionisti della postura e della terapia manuale (puoi approfondire su www.ryakos.it), possono offrire delle soluzioni benefiche per combattere i problemi gastrici senza ricorrere ad interventi chirurgici o a terapie basate su compresse e pillole di ogni genere o specie.

 

 

L’errore nel sottovalutare la fisioterapia

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Facilmente viene da pensare che in un contesto clinico generale, la fisioterapia sia efficace solo ai fini riabilitativi per lesioni ortopediche o dolori muscolari. In molti infatti ignorano che si tratti di una disciplina molto versatile in grado di fronteggiare anche il trattamento di alcuni problemi legati ai visceri.

Intervenendo con delle sedute fisioterapiche si può cioè migliorare l’andamento gastrico, riducendo in maniera considerevole tutte le problematiche ad esso collegate.

 

L’applicazione della fisioterapia per i disturbi gastrici

Un professionista del settore terapico manuale interviene con specifiche tecniche in grado di riportare in equilibrio i vari organi. Questi ultimi, nel nostro caso lo stomaco, ritornano dunque a funzionare in modo armonico, grazie ad esercizi che regolarizzando i sistemi di sostegno e il connettivo che avvolge il singolo distretto viscerale.

Queste tecniche trovano larga applicazione per malattie come acidità e bruciore di stomaco, spesso provocate da fattori emozionali e psicologici.

 

 

I rimedi fisioterapici: l’intervento sul diaframma

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Per riuscire ad applicare la terapia manuale ai problemi gastroesofagei occorre in primis che il professionista abbia quantomeno un’infarinatura generale sull’apparato digerente, per capire la problematica di fondo del paziente ed effettuare  una valutazione di semeiotica completa (per escludere condizioni da redflag).

Ecco dunque che il fisioterapista deve trattare come prima cosa il diaframma. Si tratta di un muscolo di fondamentale importanza per la respirazione, elemento che ha la sua influenza sullo stomaco e tutto ciò che concerne l’organo. Avere a che fare con questo muscolo vuol dire rendersi conto sin da subito, anche solo palpando, se si è dinanzi ad una disfunzione. Ad esempio mettendo una mano sotto al costato, quando il diaframma si accorcia se il livello tissutale si contrae con difficoltà, il paziente avvertirà sicuramente dolore.

Lo stomaco è l’organo che subisce maggiore influenza dai problemi diaframmatici, e acquisisce un pattern motorio molto particolare. Intervenire sul diaframma vuol dire andare a correggere una disfunzione di movimento, o di inspirazione ed espirazione.

Lo scorretto funzionamento del diaframma può provocare uno stato tachicardico nel momento in cui si ingeriscono cibi o bevande. Per questo motivo la fisioterapia può incidere positivamente sul muscolo in maniera tale da consentire una digestione più celere riducendo i disturbi gastrici come acidità o bruciore.

Il paziente che si sottopone a questi trattamenti, migliora la propria condizione graduale, sin dal primo incontro con il fisioterapista. Lentamente quindi la situazione si risolve a pieno, e addirittura permette al paziente di poter bere o mangiare quei cibi che di solito influiscono sulla sua acidità.

 

I trattamenti riservati al paziente

Prima di incominciare le sedute, il paziente deve per causa di forza maggiore sottoporsi a degli esami. Il professionista richiede cioè un esame posturale biomeccanico che possa mettere in evidenza eventuali alterazioni strutturali che ben si ricollegano ai problemi gastroesofagei.

Dopo aver ottenuto l’esito di tali esami, lo specialista deve essere in grado di scrivere un piano di trattamento personalizzato in base alle esigenze del singolo paziente. Verranno scelti dunque gli esercizi per esperire le posture attive di correzione e per mettere in atto le manovre manuali specifiche.

 

 

La fisioterapia è un trattamento risolutivo

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Stiamo parlando di un processo che va alla radice del problema del paziente, anche se ognuno reagisce in maniera soggettiva alla terapia. In linea di massima si tratta di un percorso che genera ottimi risultati, e che agisce direttamente sulle alterazioni poste alla base del bruciore di stomaco.

I fisioterapisti che di solito si occupano di questi trattamenti si ritrovano a finire il ciclo terapico con il paziente, il quale al termine appare guarito dal bruciore o dall’acidità. Difficilmente dunque torna nuovamente dallo specialista per il medesimo motivo.

Per quanto riguarda l’aiuto farmacologico alla terapia manuale, in genere può essere prescritto in base alla gravità del problema. Ma il paziente che ha una situazione gastrica normale sarà obbligato solo ad esercizi che il paziente può anche svolgere da solo e che non richiedono un ausilio fatto di farmaci e compresse.

In media, i pazienti si domandano anche dopo quante sedute si riescono a tastare i benefici?

Come abbiamo già anticipato spesso capita sin dalla prima seduta. Ma anche in questo caso è una cosa molto soggettiva.

Non c’è regola che tenga: dipende da come l’organismo reagisca e da quali siano le sue esigenze. In molti pazienti sin da subito si notano ottimi risultati, in altri casi la trafila terapia è molto più lunga del previsto. Possono occorrere tanto 10 sedute, tanto 15, tanto 5.

 

Consultare più di uno specialista

Per poter effettuare una terapia buona, importante, seria e deontologica, occorre che il paziente vada a consulto da diversi specialisti e sia seguito in concomitanza da una equipe. Non basta cioè recarsi da un fisioterapista senza arte né parte. Anche il parere del gastroenterologo è importante per evitare che possano esserci compromissioni primarie o secondarie dei vari sistemi (ad esempio quello cardiaco).

I fisioterapisti che esperiscono questa terapia manuale per i disturbi gastrici infatti si avvalgono spesso dell’aiuto di un gastroenterologo, che analizza la sussistenza o meno degli elementi di alterazioni dell’apparato digerente.

Ad esempio se il paziente ha un problema alle vertebre può subire un’alterazione della funzionalità diaframmatica e dunque gastrica. Il che vuol dire dover agire direttamente per eliminare il problema. Dinanzi a questo problema il consulto dal gastroenterologo appare necessario per capire se l’alterazione si verifica o meno a livello di stomaco e di conseguenti problematiche ad esso collegato.